Non leggete, come
fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi per istruirvi. No,
leggete per vivere. Cosi disse Gustave Flaubert
Michela
sembra aver fatto sue queste parole. Per
lei la lettura è pane di vita, la sua passione si è trasformata in un lavoro.
Una
formazione umanistica fin dalla scuola superiore: liceo classico, poi laurea in
lettere, master in editoria. Dopo
la laurea Michela ha avuto esperienze di lavoro molto varie (traduzione,
comunicazione, organizzazione di eventi) ed è stata all’estero per due anni. Tornata
in Italia ha deciso di specializzarsi nell’editoria, facendo esperienza
soprattutto nell’ambito delle tecnologie digitali applicate al settore. In
questo contesto nasce il suo progetto: Tribook – la tribù dei lettori.
“L’idea nasce due anni fa dal bisogno che
sentivo io come lettrice: poter trovare facilmente il libro che mi interessava
acquistare senza ricorrere alle grandi librerie online. Da
questa intuizione iniziale, grazie al sodalizio con il mio socio sviluppatore
Brian Suarez, è nata una piattaforma che mette in rete le librerie
indipendenti, consentendo ai lettori di trovare e acquistare online i libri dai
librai della loro città e di creare intorno alle librerie una community di
lettori fedeli” mi racconta Michela.
Michela
con Tribook ha già partecipato ad alcuni bandi e in particolare è tra i
finalisti del bando
iC- Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo, con la possibilità
di accedere a un percorso di incubazione finanziato dalla Fondazione.
Una prima
versione beta è andata online un anno fa, molto incentrata sul servizio di
geolocalizzazione dei libri, vendita online e consegna con bike delivery. Questa
fase ha permesso a Michela di individuare la direzione in cui il progetto
poteva muoversi per crescere. “Ed è
così che ad aprile di quest’anno abbiamo lanciato il nuovo sito che dà maggiore
rilievo ai librai e alle loro storie, consentendo loro di consigliare alcuni
titoli del loro assortimento con una breve recensione. L’obiettivo
è creare proprio una community intorno alle librerie indipendenti, dando valore
al ruolo culturale e sociale del libraio di quartiere”, continua.
Il target
di Tribook è costituito principalmente dai cosiddetti “lettori forti”, coloro
che leggono almeno dieci libri l’anno, perché si sono dimostrati più sensibili
alla tematica dell’acquisto responsabile: molti lettori, per assenza di tempo o
di comode alternative vicino casa, avevano prima l’abitudine di acquistare
libri nelle librerie di catena o nei grandi store online ma erano consapevoli
del danno che ne deriva alle piccole librerie, che rappresentano importanti
presidi culturali sul territorio.
Tribook
risponde a questo disagio offrendo tutta la comodità dell’e-commerce arricchita di un’esperienza di acquisto umana,
responsabile e sostenibile.
Tribook
ora è già a Milano e Michela conta di portare presto il modello in altre città.
Il team è cresciuto e ci sono importanti obiettivi di sviluppo per i prossimi
mesi.
Chiedo
a Michela cosa significhi per lei aver fatto questo importante passo. “Quello
che faccio mi appassiona molto, è un lavoro che mi sono cucita su misura e non
tornerei mai indietro, anche se questa scelta comporta l’accettazione
dell’instabilità e del sacrificio.
Quello
che amo è potermi mettere continuamente in gioco, dover imparare una cosa nuova
ogni giorno per creare qualcosa che prima non esisteva e in cui altra gente,
oltre me, continua a credere.
Poter
sperare poi che la nostra azione generi un impatto sul sistema sociale e
culturale, sostenendo i negozi di quartiere e promuovendo il pluralismo
culturale: penso che sia il massimo".
Quindi,
Michela, che consigli ti senti di dare ad altre donne intraprendenti? “A chi
vuole seguire una strada imprenditoriale, che sia donna o uomo, consiglio
di studiare il mercato e i suoi bisogni, di costruire presto un team eterogeneo
e di mettersi in gioco partecipando a bandi e concorsi: ogni feedback relativo
al progetto è utile per migliorare l’idea e farla crescere”.
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