Elena si
è classificata seconda al premio WE-Women for EXPO. La sua
start up – FindMyLost (una piattaforma Lost&Found social) – ha
riscontrato ad oggi un grande successo.
Chi è
Elena? Una ragazza intraprendente, eclettica. Parla
3 lingue, le sue passioni sono il mondo digitale, la moda e il design. E’ anche
campionessa regionale dei 200 m ostacoli. Per
quanto riguarda gli studi, dopo la laurea triennale in Economia Aziendale presso
l'Università Bocconi, Elena consegue il Msc in Strategic Management
all'Università di Tilburg (NL) e il Graduate Programme in Economics, Finance
and Management con indirizzo Finance all'Università UPF (Barcellona, Spagna).
Inizia
la sua carriera professionale in importanti società quotate e affini
occupandosi principalmente di Investor
Relations e Comunicazione finanziaria. Dopo una
certa esperienza accumulata in grandi società, Elena desidera mettere a frutto
le competenze che ha maturato dando vita a un progetto tutto suo che potesse apportare
un valore aggiunto, un ausilio alla quotidianità di tutti. Così,
da fine 2014 decide di seguire il suo innato istinto imprenditoriale e inizia lo sviluppo della sua startup, FindMyLost, in vista di Expo 2015
vincendo già a Febbraio 2015 il premio VIVAIO promosso da Accenture proprio nell’ambito
del concorso WE-Women for Expo.
Di
cosa si tratta? FindMyLost è il
primo Lost & Found social, la
piattaforma che permette di ritrovare il proprio oggetto smarrito ovunque ci si
trovi. Tramite
la community, chiunque ritrovi un oggetto può entrare in contatto con il
legittimo proprietario, restituirglielo e ricevere una ricompensa. FindMyLost
offre anche a Comuni, aeroporti, parchi divertimenti, catene di hotel, car
sharing, centri commerciali, università, compagnie di trasporti, la possibilità
di creare il proprio Lost & Found digitale insieme a servizi di customer
care a valore aggiunto, fungendo da aggregatore.
“È
iniziato tutto lo scorso anno quando, riflettendo sulla quantità di oggetti che
ciascuno di noi smarrisce, mi sono chiesta quante probabilità effettive
potessero esservi di rientrarne in possesso e quindi in che modo sarebbe stato
possibile migliorare il 'matching' tra chi perde un oggetto e chi lo
ritrova, aumentando il tasso di ‘storie a lieto fine’”. Mi
racconta Elena. “Perdere
qualcosa oggi può significare non solo subire un danno economico o affettivo,
ma anche incorrere in un temporaneo arresto della propria attività
professionale e del proprio network relazionale.
FindMyLost
intende migliorare la vita di ciascuno
di noi esportando il modello “Lost & Found” sul web, e rendendolo
social. A tendere vorremmo far diventare il progetto di respiro internazionale
oltre che un servizio per i turisti stranieri in Italia e non solo”.
Elena mi
spiega come abbia dedicato tantissimo tempo, chiaramente non remunerato, per
dare forma e struttura a un proposito nato quasi per caso. Il suo
background professionale e la rete di contatti sono risultati imprescindibili
per il successo della startup.
FindMyLost
è un servizio gratuito per tutti: cittadini, turisti, persone d’affari. Le sue
funzioni inoltre permettono di accertarsi che i due attori dello scambio siano
effettivamente i soggetti autorizzati a custodire quel determinato bene. “L’archivio
di FindMyLost è così alimentato da una parte dagli oggetti ritrovati da privati
e dall’altra dall’integrazione con i database della varie realtà istituzionali
pubbliche e private. Onestà e senso di collaborazione civica sono tra
i risvolti sociali e valoriali che ci stanno a cuore e di cui ci facciamo
promotori”.
Per
Elena la maggiore sfida ora consiste nel coinvolgere
gli enti pubblici e privati in questa innovazione di processo, che deve
avvenire in tempi brevi. Expo è stato un bel trampolino di lancio.
“Il
successo di Expo 2015 non si misura tanto nei quasi 22 milioni di visitatori, ma
nel messaggio che deve divenire terreno fertile di contaminazioni e senso di
responsabilità. In EXPO, e duranti i Tavoli Tematici organizzati dalla Camera
di Commercio di Milano, non solo ho conosciuto alcuni collaboratori, ma sono
anche stata valorizzata come ideatrice di un qualcosa che aiutasse a ridurre il
digital divide che ostacola la nostra competitività sul piano internazionale. Un
accordo speciale con il Comune di Milano ci ha permesso di registrare nella piattaforma 37mila oggetti e circa 10mila persi in EXPO dallo scorso maggio a ottobre: una straordinaria opportunità per testare fin da subito le
potenzialità dell’idea presso un largo pubblico. I risultati si sono dimostrati
lusinghieri, e grazie al concorso WE-Women
for EXPO, il nostro impegno è stato premiato con decine e decine di citazioni
sulla stampa nazionale”.
Elena ha le
idee chiare e sa che il suo progetto ha un enorme potenziale di crescita. “Stiamo
per entrare in un incubatore certificato, a breve porteremo a termine una
trattativa decisiva con alcuni investitori e potremo finalmente iniziare
un'attività commerciale capillare e strutturata”.
Elena
conclude con parole importantissime per chi, magari come voi, ha intenzione di
dare vita a una start up: “In questo momento storico sta a noi giovani - col supporto di chi ha qualche decennio in più
alle spalle - prendere in mano la nostra
vita e sforzarci di partorire idee con cui fare profitto, certo, ma coi cui
essere anche utili a tutti. Essere
startupper equivale a situarsi al centro del dibattito impercettibile ma
costante, quasi “sotterraneo”, sul mondo
che immaginiamo per i nostri figli. Partendo
dalle piccole cose. Sono molto soddisfatta del mio operato ad oggi, del mio
team e del riscontro che ho avuto dal mercato”.
Parole importanti e coraggiose. Un
grande in bocca al lupo per tutto, Elena, da Start up in rosa.
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