giovedì 10 dicembre 2015

L'eredità femminile di Expo Milano 2015: FindMyLost

Elena si è classificata seconda al premio WE-Women for EXPO. La sua start up – FindMyLost (una piattaforma Lost&Found social) – ha riscontrato ad oggi un grande successo.
 
Chi è Elena? Una ragazza intraprendente, eclettica. Parla 3 lingue, le sue passioni sono il mondo digitale, la moda e il design. E’ anche campionessa regionale dei 200 m ostacoli. Per quanto riguarda gli studi, dopo la laurea triennale in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi, Elena consegue il Msc in Strategic Management all'Università di Tilburg (NL) e il Graduate Programme in Economics, Finance and Management con indirizzo Finance all'Università UPF (Barcellona, Spagna).
 
Inizia la sua carriera professionale in importanti società quotate e affini occupandosi principalmente di Investor Relations e Comunicazione finanziaria. Dopo una certa esperienza accumulata in grandi società, Elena desidera mettere a frutto le competenze che ha maturato dando vita a un progetto tutto suo che potesse apportare un valore aggiunto, un ausilio alla quotidianità di tutti. Così, da fine 2014 decide di seguire il suo innato istinto imprenditoriale e inizia lo sviluppo della sua startup, FindMyLost, in vista di Expo 2015 vincendo già a Febbraio 2015 il premio VIVAIO promosso da Accenture proprio nell’ambito del concorso WE-Women for Expo.
 
Di cosa si tratta? FindMyLost è il primo Lost & Found social, la piattaforma che permette di ritrovare il proprio oggetto smarrito ovunque ci si trovi. Tramite la community, chiunque ritrovi un oggetto può entrare in contatto con il legittimo proprietario, restituirglielo e ricevere una ricompensa. FindMyLost offre anche a Comuni, aeroporti, parchi divertimenti, catene di hotel, car sharing, centri commerciali, università, compagnie di trasporti, la possibilità di creare il proprio Lost & Found digitale insieme a servizi di customer care a valore aggiunto, fungendo da aggregatore.
 
“È iniziato tutto lo scorso anno quando, riflettendo sulla quantità di oggetti che ciascuno di noi smarrisce, mi sono chiesta quante probabilità effettive potessero esservi di rientrarne in possesso e quindi in che modo sarebbe stato possibile migliorare il 'matching' tra chi perde un oggetto e chi lo ritrova, aumentando il tasso di ‘storie a lieto fine’”. Mi racconta Elena. “Perdere qualcosa oggi può significare non solo subire un danno economico o affettivo, ma anche incorrere in un temporaneo arresto della propria attività professionale e del proprio network relazionale.
FindMyLost intende migliorare la vita di ciascuno di noi esportando il modello “Lost & Found” sul web, e rendendolo social. A tendere vorremmo far diventare il progetto di respiro internazionale oltre che un servizio per i turisti stranieri in Italia e non solo”.
 
Elena mi spiega come abbia dedicato tantissimo tempo, chiaramente non remunerato, per dare forma e struttura a un proposito nato quasi per caso. Il suo background professionale e la rete di contatti sono risultati imprescindibili per il successo della startup.
FindMyLost è un servizio gratuito per tutti: cittadini, turisti, persone d’affari. Le sue funzioni inoltre permettono di accertarsi che i due attori dello scambio siano effettivamente i soggetti autorizzati a custodire quel determinato bene. “L’archivio di FindMyLost è così alimentato da una parte dagli oggetti ritrovati da privati e dall’altra dall’integrazione con i database della varie realtà istituzionali pubbliche e private. Onestà e senso di collaborazione civica sono tra i risvolti sociali e valoriali che ci stanno a cuore e di cui ci facciamo promotori”.
 
Per Elena la maggiore sfida ora consiste nel coinvolgere gli enti pubblici e privati in questa innovazione di processo, che deve avvenire in tempi brevi. Expo è stato un bel trampolino di lancio.
 
“Il successo di Expo 2015 non si misura tanto nei quasi 22 milioni di visitatori, ma nel messaggio che deve divenire terreno fertile di contaminazioni e senso di responsabilità. In EXPO, e duranti i Tavoli Tematici organizzati dalla Camera di Commercio di Milano, non solo ho conosciuto alcuni collaboratori, ma sono anche stata valorizzata come ideatrice di un qualcosa che aiutasse a ridurre il digital divide che ostacola la nostra competitività sul piano internazionale. Un accordo speciale con il Comune di Milano ci ha permesso di registrare nella piattaforma 37mila oggetti e circa 10mila persi in EXPO dallo scorso maggio a ottobre: una straordinaria opportunità per testare fin da subito le potenzialità dell’idea presso un largo pubblico. I risultati si sono dimostrati lusinghieri, e grazie al concorso WE-Women for EXPO, il nostro impegno è stato premiato con decine e decine di citazioni sulla stampa nazionale”.

Elena ha le idee chiare e sa che il suo progetto ha un enorme potenziale di crescita. “Stiamo per entrare in un incubatore certificato, a breve porteremo a termine una trattativa decisiva con alcuni investitori e potremo finalmente iniziare un'attività commerciale capillare e strutturata”.
 
Elena conclude con parole importantissime per chi, magari come voi, ha intenzione di dare vita a una start up: “In questo momento storico sta a noi giovani - col supporto di chi ha qualche decennio in più alle spalle - prendere in mano la nostra vita e sforzarci di partorire idee con cui fare profitto, certo, ma coi cui essere anche utili a tutti. Essere startupper equivale a situarsi al centro del dibattito impercettibile ma costante, quasi “sotterraneo”, sul mondo che immaginiamo per i nostri figli. Partendo dalle piccole cose. Sono molto soddisfatta del mio operato ad oggi, del mio team e del riscontro che ho avuto dal mercato”.
 
Parole importanti e coraggiose. Un grande in bocca al lupo per tutto, Elena, da Start up in rosa.
 

Nessun commento:

Posta un commento