Di
ragazzi e ragazze che hanno deciso di abbandonare il proprio Paese in cerca di
qualcosa di sicuro e di migliore, ne è pieno il mondo. Nonostante
alcuni cliché negativi sugli italiani (non sappiamo parlare bene le lingue, non
abbiamo voglia di lavorare, non siamo al pari di altri Paesi..) ci sono
tantissimi esempi di persone che sì, probabilmente sono partite senza saper parlare
bene inglese, ma che una volta arrivate in terra straniera si sono rimboccare
le maniche e hanno studiato, lavorato, frequentato persone di culture
differenti e sono migliorate come persone e come lavoratori.
Alcuni
hanno poi deciso di rimanere lì, altri di tornare e di dare un contributo reale
al nostro Paese. Addirittura
è aumentata la percentuale di persone provenienti da tutta Europa che scelgono l’Italia quale luogo in cui vivere e
che, per costruirsi un futuro qui, cercano un corso italiano per stranieri* e poi si buttano a capofitto in corsi
universitari, di specializzazione, alla ricerca di lavori per mettere in
pratica quello che hanno imparato.
Ci sono,
però, anche ragazzi che non solo parlano benissimo la lingua anglofona, ma
conoscono alla perfezione anche altre, come il tedesco, il francese e il
portoghese.
E’ il
caso di Valentina Vitali, imprenditrice sociale che, insieme a Salvatore di
Dio, è nella rosa dei 20 imprenditori
sociali scelti tra 1.200 candidature provenienti da 26 paesi dell’area
euro-mediterranea per partecipare al progetto
Entrepreneurs for Social Change. Dal 19 al 25 Ottobre 2015 hanno partecipato a Torino a lezioni, approfondimenti,
seminari che hanno avuto come obiettivo quello di allenare i giovani
imprenditori nello sviluppo di idee
capaci di creare nuove opportunità d’impiego nei rispettivi Paesi di
provenienza. Non solo Italia, quindi, ma anche Palestina, Israele, Siria,
Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Serbia, Macedonia, Albania, Francia,
Portogallo e Spagna.
Dieci
ragazzi e dieci ragazze tra i 22 e i 35 anni che hanno tutte le potenzialità
per trasformare le idee in imprese sociali, lì dove c’è un’alta
disoccupazione e dove è necessario promuovere cambiamenti sociali non violenti.
Conosciamo
meglio Valentina: libera
professionista, da due anni crea e organizza programmi per migliorare la vita
di persone deboli; mira ad aiutare la vita dei migranti (spesso vittime di
traffico umano) con Cascina Gasp:
una forma di fattoria sociale che mira ad integrare
le persone svantaggiate tramite la produzione agricola e modelli di
sostenibilità.
Idee che sono state scelte perché hanno il potenziale adatto per diventare delle imprese sociali, in futuro, nel nostro Paese. Dopo questa settimana di training i 20 giovani imprenditori saranno affiancati da tutor esperti per i prossimi nove mesi, per espandere la propria start up e per fare in modo che le loro piccole, ma grandiose idee, possano diventare fruibili per tutti.
In bocca al lupo da Start up in rosa! Seguiteci: al termine del suo percorso di formazione, racconteremo più da vicino lo sviluppo della start up di Valentina.
*Articolo scritto in collaborazione con IH Milano, scuola che offre corsi di inglese, francese, tedesco e cinese, corsi d’inglese per bambini, corsi di italiano per stranieri, corsi per aziende.
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