giovedì 10 novembre 2016

“Se puoi sognarlo, allora puoi farlo”. Mary e il suo progetto NeuronGuard

Il tema dell’Open Innovation è stato al centro del Gamma Forum, il Forum Nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile che si è svolto il 10 novembre presso la sede del Sole 24 Ore.
L’innovazione come sperimentazione di nuovi modelli, una leva per lo sviluppo delle proprie idee, dei progetti e, quindi, anche del proprio business.

Start up in rosa ha incontrato Mary Franzese, cofondatrice, Marketing & Communication Manager di NeuronGuard, una startup basata a Modena che sta sviluppando un dispositivo medico per il trattamento precoce dei danni cerebrali, frutto di alcuni studi sull’ipotermia terapeutica e di anni di lavoro di un medico anestesista, Enrico Giuliani. Il dispositivo è pensato per pazienti colpiti da danno cerebrale acuto, conseguente ad arresto cardiaco, trauma cranico o ictus.

Mary ha ricevuto il “Giuliana Bertin Communication Award 2016” nell’ambito del #GammaForum, un premio di riconoscimento all’imprenditrice che "meglio ha saputo raccontare e promuovere l’azienda sui canali media, tradizionali e social." “E' un sogno che si realizza, un traguardo che segna l'inizio di un nuovo importante percorso”, racconta Mary. Non per niente il suo motto è “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.

“Il nostro obiettivo è promuovere il nostro kit in tutti i luoghi pubblici così come è stato fatto con i defibrillatori automatici”, commenta Mary. A partire dal 2018, il dispositivo sarà infatti posizionato negli ospedali e nei servizi d’emergenza, tra cui ambulanze e mezzi di primo intervento.

Ad oggi NeuronGuard ha raccolto già un milione di euro, frutto di un investimento iniziale, un bando della Regione Emilia Romagna, alcuni riconoscimenti tra cui l’Intel Global Challenge a Berkeley e un round di investimento di € 656.000 chiuso lo scorso Dicembre 2015. La start up punta all’Open Innovation per il suo sviluppo su scala mondiale. Finora ha già sviluppato i primi 3 prototipi in collaborazione con un’azienda di Vignola (MO) specializzata nei sistemi elettronici avanzati. NeuronGuard sta sviluppando inoltre i dispositivi che verranno utilizzati per il test sull’uomo presso l’Addenbrooke’s Hospital dell’Università di Cambridge (Regno Unito), previsto per il primo semestre del 2017, in partnership con una nota azienda inglese leader nello sviluppo per conto di altre aziende di prodotti innovativi e dispositivi medici.
Chiedo a Mary cosa sia per lei l’innovazione: “Un processo di continuo miglioramento ed apprendimento, utile per ottenere impatti positivi, tangibili e duraturi nella vita delle persone e nel contesto socio-economico di riferimento. Per NeuronGuard, infatti, innovare significa reagire rapidamente al cambiamento, ricercare le migliori strategie di cura, e lavorare con estrema professionalità nel convincere l’ecosistema medico-scientifico della rivoluzione in atto con l’introduzione del nostro dispositivo”.

Che consigli daresti alle donne che desiderano buttarsi nell’avventura professionale di una start up? “Consiglio loro di studiare, di essere assetate di sapere, testarde e con la giusta dose di ambizione, di lavorare sinergicamente tra di loro e con gli uomini. I fallimenti devono essere accolti come preziose lezioni di vita mediante le quale apprendere gli ‘errori’ da non commettere in futuro. Da ultimo, di individuare le persone giuste, con le quali poter intraprendere un sensazionale viaggio imprenditoriale”.

Come valuti il tuo percorso finora? “Se potessi tornare indietro, rifarei questo percorso sempre”, ammette. “Ero una ragazza timida, non ero solita mostrarmi in pubblico e mi nascondevo dietro le persone che ritenevo più forti di me. Poi ho deciso di farmi avanti, con determinazione e umiltà e oggi gestisco un’azienda che mira a portare sul mercato il defibrillatore automatico per i danni acuti, trascorro il 95% del mio tempo in viaggio e sono alla continua scoperta di compagni di avventura”.

Ringraziando Mary per il suo prezioso contributo, chiudiamo con le parole di Henry Ford: “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo”.

venerdì 4 novembre 2016

Arriva il GammaForum. Parola d’ordine: Open Innovation.

Care lettrici, il prossimo 10 novembre presso la sede del Sole 24 Ore a Milano si terrà l’8° edizione del Forum Nazionale dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile, rivolto a imprenditrici e imprenditori, manager, professionisti, giovani, associazioni, enti ed istituzioni.

L’incontro, “Open your mind, open your business. Sul filo dell’Open Innovation”, inserito nella Global Entrepreneurship Week 2016, è promosso dall’Associazione no profit GammaDonna, con il sostegno del Comitato per l’Imprenditoria Femminile e del Tavolo Giovani della Camera di Commercio di Milano, sotto il patrocinio di Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Lombardia, Città di Milano e Unioncamere. Una giornata ad alto tasso di innovazione e ispirazione, direttamente nel cuore della business community italiana, con l’obiettivo di formulare proposte concrete per agevolare l’adozione dell’innovazione aperta nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.

6 storie imprenditoriali finaliste del Premio GammaDonna, tra le quali verrà proclamata la vincitrice: Cristina Angelillo, Marshmallow Games; Giulia Baccarin, MIPU; Carla Delfino, ScappaTopo; Alessandra Di Fede, Kedea Design; Anna Fiscale, Progetto QUID; Marianna Poletti, Just Knock, di cui abbiamo raccontato già la storia. Sarà invece assegnato a Mary Franzese di Neuron Guard, startup biomedicale, il Giuliana Bertin Communication Award 2016, riconoscimento voluto dall’Agenzia ideatrice del format del GammaForum. Avremo sicuramente modo di raccontare alcune di queste start up. 

Tra le cinquanta candidature pervenute da tutta Italia, l’età media si è attestata sui 32 anni, con un livello di istruzione medio-alto. Le aziende - in rappresentanza di un ampio spettro di settori produttivi - sono giovani (l’80% ha meno di 10 anni), con fatturati mediamente attorno 60-70.000 euro e organici di poco inferiori ai 10 dipendenti. Per il 70% dei casi si tratta di società di capitali che si finanziano con mezzi propri, ma anche facendo ricorso a venture capital, business angels e crowdfunding. L'innovazione aperta è caratterizzata da forme di collaborazione con altre imprese a livello nazionale e internazionale; il 55% delle candidature ha legami con Università e centri di ricerca. La quasi totalità ritiene innovativa la sua azienda, con prospettive di business in crescita. Quasi tutte hanno sviluppato nuovi prodotti, 1 su 3 ha depositato brevetti e il 64% ha attuato forme di smartworking. Le sfide da affrontare sono, nell’ordine: affermarsi sul mercato nazionale, l’internazionalizzazione e il rafforzamento del brand. Significativo che la squadra sia emersa come di gran lunga il principale fattore di successo aziendale (93%), seguito da prodotti e servizi competitivi (71%), mentre solo terza si classifica la capacità dell’imprenditore/trice (60%). La disponibilità di capitali è considerata importante soltanto nel 12% dei casi.

Il pomeriggio del 10 novembre sarà dedicato a momenti di interazione, formazione e approfondimento: la prima sessione pomeridiana vedrà le Assessore all’innovazione di Roma, Milano, Torino e Regione Puglia dialogare con startupper su come aprire il mercato della PA al contributo delle imprese innovative. A Ilaria Capua, scienziata di fama internazionale, sarà affidato il keynote speech in collegamento dal One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, che sarà incentrato sulla sfida ai sistemi consolidati per accelerare evoluzione e cambiamento. A seguire, l’Open Innovation Tool Box, che sarà aperta dal Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay: un confronto tra esperti e casi imprenditoriali reali per entrare nel merito della “cassetta degli attrezzi” dell'open innovator – dal checkup della cultura aziendale alla trasformazione digitale, dalla protezione della proprietà intellettuale alle potenzialità rappresentate da startup e PMI innovative per i grandi brand.

Al dibattito sull’innovazione aperta e agli strumenti per farla, il GammaForum affiancherà occasioni concrete di business, grazie ai momenti di networking e agli incontri con i relatori; allo sportello SMAU Discovery, che metterà in contatto chi fa innovazione con chi ne è alla ricerca; allo studio mobile QVC Next, un vero e proprio market test per l’imprenditoria emergente, dove un team di professionisti valuterà idee di business per un possibile accesso al programma di incubazione e accelerazione QVC. Il GammaForum sarà una giornata fuori dagli schemi, di confronto, proposte, business networking, in un format “contaminato”, grazie alla collaborazione straordinaria del Cirko Vertigo, che firmerà lo spettacolo di chiusura dell’evento "Sul filo dell'Open Innovation". “A Milano il lavoro è sempre più declinato al femminile. In una città dove il 65% delle donne tra i 20 e i 64 anni è occupata, iniziative come il GammaForum – ha commentato l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, attività produttive e Commercio del Comune di Milano, Cristina Tajani – possono rappresentare un osservatorio privilegiato da cui partire per comprendere come sia cambiato il mondo del lavoro per l’universo femminile".

Davvero interessanti i dati. Secondo il 3° rapporto Unioncamere nazionale sull’imprenditoria femminile "IMPRESA IN GENERE", giugno 2016, le imprese femminili sono più dinamiche, più giovani, più multiculturali. Cresciute tra il 2010 e il 2015 di 35mila unità, rappresentano il 65% dell’incremento complessivo dell’intero tessuto imprenditoriale italiano. Un milione e 312mila imprese (21,7% del totale) che danno lavoro a quasi 3 milioni di persone, crescono più velocemente di quelle maschili, quasi del doppio, e in cui il 14% è guidato da under 35. Una percentuale che ancora una volta supera quella maschile. Forse per questo le imprenditrici sono sempre più innovative: nello stesso quinquennio, le imprese “rosa” legate al mondo digitale sono aumentate del 9,5% contro il +3% del totale e se nel 2010 le startup innovative femminili erano solo il 9,1%, nel 2014 sono diventate il 15,4%.  Un tasso crescente che – secondo Federica Ortalli, Presidente del Comitato IF della Camera di Commercio di Milano – “si spiega senz'altro con un più diffuso supporto pubblico all’iniziativa economica delle donne, che trovano spesso nel fare impresa una risposta alla mancanza di soluzioni occupazionali, oltre che una strategia per conciliare lavoro e famiglia”.

A questi dati si sommano quelli relativi alla spinta data all’economia italiana dalle imprese costituite dagli under 35 tout court che rappresentano il 54,1% del saldo complessivo delle imprese italiane.  "I giovani hanno il dovere di essere portatori di innovazione – come sottolinea Mattia Macellari, Presidente dei Giovani Imprenditori di Assolombarda – Le nostre aziende necessitano di continui stimoli per costruire nuovi vantaggi competitivi e crescere in un mercato sempre più dinamico che non perdona comportamenti non ambiziosi e lungimiranti".