giovedì 28 gennaio 2016

Vivi la tua vita e goditi il tuo lavoro. La storia di Elisa

Il mese di gennaio è per molte donne il momento migliore per pianificare la propria attività lavorativa facendo tesoro di successi e insuccessi raggiunti nel corso dell’anno precedente. Agende alla mano, si fanno tanti piani e si rivedono le priorità. Non tutte però si soffermano a fare il punto sulla propria soddisfazione professionale. 

Elisa è una libera professionista che ha deciso di dedicarsi proprio a questo: aiutare le donne, soprattutto chi come lei ha scelto la strada del lavoro autonomo, a sviluppare la propria attività imprenditoriale in linea con le esigenze e a realizzarsi completamente nel lavoro che fanno. Vivi la tua vita e goditi il tuo lavoro”. Questo è il suo motto.

Elisa vive a Milano, è felicemente sposata e ha due figli. Dopo essersi laureata in economia e aver lavorato nel no profit e poi come consulente, nel 2014 ha dato vita alla sua attività, elisavoilà. Si definisce motivatrice e attivatrice di business. E’ una persona molto intraprendente, entusiasta e ottimista. Adora arrampicare, camminare nella natura, meditare, leggere, ama indagare l’animo umano.

Elisa ha una storia interessante alle spalle. Lei per prima è stata protagonista di un cambiamento e ora si sente felice e realizzata.

“Incontro tante donne che cercano di fare chiarezza sulle proprie esigenze e inclinazioni professionali per trovare poi la chiave di volta per la propria vita, che in certi casi può coincidere con una nuova attività imprenditoriale, magari dopo un licenziamento. Io, per prima, ho fatto esperienza di un cambiamento e dopo il secondo figlio ho passato tante notti a cercare di capirmi, a scavare le mie emozioni e a farmi domande fino a capire di voler avviare qualcosa per conto mio”, commenta Elisa. Il lavoro che mi sono inventata è quello che mi riesce bene: motivo le persone e le attivo in quello che sono brave a fare. Spesso non si è consapevoli delle proprie potenzialità. Ecco, io le aiuto a tirarle fuori e farle fruttare”.

“Non c'è niente di meglio che iniziare l'anno con gli strumenti giusti, organizzarsi e darsi degli obiettivi per poi realizzare i propri desideri. E’ importante svegliarsi ogni giorno felici per la giornata e il lavoro che ci aspetta”.

E come affrontare le sfide quotidiane con il sorriso? Elisa è convinta che per essere gratificati, contenti e produttivi a livello professionale non si possa prescindere da una certa tranquillità e serenità dal punto di vista personale. I due aspetti sono strettamente legati. Essere persone consapevoli dei propri talenti e delle passioni, persone ricche di interessi, hobby e soddisfazioni in ambito familiare, è il primo imprescindibile passo per realizzarsi anche a livello lavorativo.

E per iniziare l’anno col piede giusto, Elisa ha preparato un workbook, ‘Crea il tuo 2016’, composto da tre sezioni - Liberati, Realizzati, Ispirati&Organizzati-; un documento ricco di domande e spunti pensati per chiarirsi le idee e porsi mete concrete. A ogni domanda bisogna dedicare tempo per poi elaborare risposte personali.

Un bel progetto, quello di Elisa, che coglie la volontà di molte donne di rendersi autonome pur non avendo spesso i mezzi giusti per farlo. A volte basta soffermarsi e guardarsi dentro, profondamente. E voilà, magari con un po’ di forza di volontà, un briciolo di sana incoscienza e spirito di iniziativa, le cose possono cambiare davvero, anche da un giorno all'altro.

giovedì 21 gennaio 2016

L’eredità femminile di Expo Milano 2015: Alto Piemonte al top

Marina è una persona molto energica, piena di iniziativa, determinata, convinta di essere nata per lavorare in proprio. Fin dai tempi della scuola la maestra la riprendeva perché non stava mai ferma… Ha giocato a basket per tanti anni, raggiungendo anche traguardi importanti a livello nazionale. Ama mangiare sano e cucinare le verdure del suo orto.

Marina Fogarty
Con il suo progetto, presentato in occasione di Expo, ‘Alto Piemonte al top’, si è classificata terza al WE-Women for Expo 2015. Conosciamola da vicino: Marina ha frequentato il liceo linguistico e scelto successivamente filosofia all'universitàNel 2008 ha conseguito la laurea specialistica. Dopo una pausa di 3 anni dagli studi, durante la quale ha lavorato nel settore vinicolo – nel 2012 ha intrapreso anche il dottorato in filosofia (concluso da poco, lo scorso dicembre). Tra il 2012 il 2013 ha ottenuto anche il diploma presso una delle accademie internazionali più importanti, il Wine and Spirit Education Trust di Londra. Marina non si ferma mai. La formazione per lei è sempre in divenire. Si è iscritta infatti al primo anno del corso di studi dell’accademia Masters of Wine di Londra. Le sue due passioni, la filosofia e il vino, sono un tutt’uno nel suo progetto professionale.

“Sono nata e cresciuta in una famiglia che si occupa di vino dal 1787. Nel 1937 mio nonno e il mio bisnonno hanno fondato l’azienda in cui mi sono formata professionalmente, l’Antonio Vallana e Figlio SAS, tra le imprese vinicole storiche che hanno portato il nome dell’Alto Piemonte nei mercati di tutto il mondo. Fin da piccola ho sentito un legame forte con il mio territorio, rendendomi conto delle potenzialità e delle sinergie ancora da realizzare per poterlo valorizzare ulteriormente. Il periodo culturalmente favorevole, le politiche di sostegno dell’Unione Europea nonché la fondamentale disponibilità di terreni per avviare le colture mi hanno spinta a partire con il progetto”, mi racconta.

Marina è cresciuta con questo desiderio. Ma è verso la fine del 2011 che si sente davvero pronta per tradurre un progetto in un’esperienza professionale vera e propria, con business plan, un budget, aprendo la partita IVA, eccetera. L’idea Alto Piemonte al top si struttura in due filoni principali: la produzione di uva secondo particolari criteri di sostenibilità e tracciabilità (con un’attenzione alla valorizzazione del paesaggio e del territorio) e l’avvio di uno spazio espositivo e di valorizzazione del territorio che, partendo dal vino, offra al pubblico la possibilità di fruire di tante altre produzioni, sia agricole che culturali. In questo senso Al-Top! cerca una collaborazione con diversi enti pubblici e privati del territorio, in modo da creare sinergie sempre più virtuose per la valorizzazione dell’Alto Piemonte.

Ho chiesto a Marina che tipo di aiuti ha ricevuto per mettere in piedi il suo progetto. L’aiuto più grande è stata la disponibilità di terra che la famiglia le ha potuto garantire. Ha investito risparmi personali e ha beneficiato di contributi dell’Unione Europea riservati ai giovani imprenditori agricoli.

“Oltre agli aiuti materiali, è sempre importante che un’imprenditrice sia circondata da persone che credono al progetto: non mancano momenti di scoraggiamento, difficoltà. Fare l’imprenditrice significa lavorare senza orari e senza staccare mai; in agricoltura nemmeno per molte delle feste comandate. Se la famiglia non capisce questa scelta di vita, diventa tutto più difficile. Io da questo punto di vista mi ritengo molto fortunata”, commenta. A 3 anni dall’apertura della partita IVA Marina sa di aver raggiunto molti gli obiettivi prefissati per il primo triennio e quest’anno ha visto anche la prima produzione vera e propria, andata benissimo. 

Chiedo a Marina se è contenta dei risultati raggiunti finora “Sono soddisfatta. Gli obiettivi economici e di sviluppo sono ancora molto lontani, ma per ora la mia scelta è quella di fare passi piccoli e sicuri. Questo significa mettere gli investimenti al primo posto e magari rinunciare alle soddisfazioni personali ancora per molti anni, ma non le considero vere rinunce: la cosa più bella sarà vedere l’attività crescere giorno per giorno, sperando di svilupparla il più possibile e di arrivare agli obiettivi a lungo termine”.

Che determinazione, che forza di volontà! Ha le idee molto chiare Marina.

In conclusione, Marina mi descrive cosa sia stata per lei l’esperienza di Expo: “Expo è stata innanzitutto una fonte d’ispirazione, ma anche un’iniezione di fiducia. Ispirazione, perché ho toccato con mano che i valori della mia start up sono temi di attualità, tanto da essere il fulcro di una manifestazione di tale portata. Fiducia, perché vincere il riconoscimento di Women For Expo è stata una grande rassicurazione: una commissione di esperti ha valutato il mio progetto al punto da considerarlo tra i vincitori. Non potevo chiedere una conferma più grande: una sorta di risposta ai momenti in cui un imprenditore si chiede «ma chi me l’ha fatto fare!». Al di là delle conferme personali, la vetrina di EXPO mi ha dato una maggior credibilità nei confronti di partner e istituzioni: da lì sono partite alcune collaborazioni che credo porteranno buoni frutti in futuro, e che in parte hanno già reso possibili alcune attività”.

Trovo che Marina sia un bellissimo esempio di intraprendenza al femminile. Coraggio, forza di volontà, spirito di sacrificio sono per lei gli ingredienti chiave per raggiungere grandi mete...
Sempre al top!

giovedì 14 gennaio 2016

Shopping & Charity Made in Italy: uno sguardo oltre le eccellenze del nostro Paese. La storia di Dada

Il Made in Italy, si sa, è il nostro orgoglio. L’eccellenza dei prodotti gastronomici e dell’artigianato locale, il valore dei nostri capolavori di arte e cultura, l’originalità e l’unicità di accessori e capi di abbigliamento sono elementi di grande apprezzamento e stima in tutto il mondo.

Tuttavia tali ricchezze e il valore stesso del brand “Made in Italy” sono spesso penalizzati dagli stereotipi e dalle notizie di cronaca negative riguardanti il nostro Paese. Per questo motivo è importante che vi siano iniziative in grado di mettere in risalto i numerosi aspetti positivi che lo caratterizzano.

E’ nato solo qualche giorno fa un portale, si chiama Shopping & Charity Made – in – Italy, che promuove l’eccellenza italiana in tutte le sue espressioni - culturali, sociali, artistiche, artigianali e produttive, turistiche e naturali. 

Ma non solo. Accanto all'informazione, alla promozione di servizi e prodotti, alla possibilità di entrare in contatto con artisti, imprese e artigiani, questo sito sostiene lo sviluppo del no profit attraverso il sostegno concreto a Fondazioni ed Enti benefici con delle donazioni.
Non un semplice portale di arte e cultura. Un luogo virtuale in cui trovare affidabilità nei brand e empatia rispetto ai valori sottostanti. Nel sito è possibile fare esperienza di shopping, avere indicazioni di acquisto di beni e servizi di eccellenza, trovare pacchetti turistici e ricevere segnalazioni di angoli particolari e esperienze uniche e al contempo sostenere realtà e associazioni no profit che portano alto il nome del Made in Italy all'estero e curano il patrimonio artistico e culturale.

Come spesso capita, dietro a questo bellissimo e articolato progetto c’è una donna di grande intraprendenza, entusiasmo, con il suo vissuto personale. E’ la volta di Dada Fantini, un’imprenditrice e consulente italiana che ci ha raccontato la sua storia e i retroscena della sua iniziativa.

“Shopping & Charity Made-in-Italy è la summa di tutto il mio percorso lavorativo, delle mie competenze e delle conoscenze che ho avuto modo di stringere in oltre venticinque anni di attività”, mi racconta. “E’ il frutto di un grande lavoro personale e poi di gruppo e nasce come strumento per valorizzare il meglio del nostro Paese e della nostra Comunità, sia qui sia all'estero”.
Dada è una professionista che arriva dal mondo della fotografia per storia familiare. Cresce con l’amore per la fotografia. Nel corso dell’adolescenza intraprende il teatro nel periodo in cui sta prendendo piede il teatro multimediale. A cavallo tra gli anni 70 e 80 Dada si appassiona al mondo della moda e alla pubblicità e inizia un lungo percorso in questi settori. “Mi ritengo molto fortunata”, confessa. “In quegli anni grazie a una serie di combinazioni ho potuto sperimentare diversi lavori, dal giornalismo alla scenografia teatrale, al piccolo schermo. Ho conosciuto molti personaggi nel campo della moda e della fotografia”. 

Per scelta, Dada svolge per anni il ruolo di Art Director in qualità di free lance, con un particolare focus sulla pubblicità e la moda.
Alla fine degli anni 80 inizia a dedicarsi anche al design, continuando a mantenere i rapporti con le case editrici, come consulente. Nel frattempo collabora anche con alcune Onlus. “In questa occasione è iniziata per me la join venture tra no profit e mondo pubblicitario. Da qui in poi ho cercato sempre di mettere insieme i due aspetti”.

Ed eccoci arrivati all'ultimo tassello. In quegli stessi anni Dada convola a nozze e si ritrova a seguire il marito a Miami. E’ lì che si rende conto che l’essere italiani, il made in Italy, è il non plus ultra. Da allora si impegna ogni giorno per portare avanti l’eleganza, la qualità, l’unicità dell’eccellenza italiana e organizza numerosi eventi all'estero. Grazie a questa esperienza riflette proprio su quanto abbiamo da raccontare e quante bellissime storie italiane si possano esportare.

Oggi il suo progetto è online. “Shopping & Charity è l’insieme di competenze, conoscenze, analisi di mercato, studi, ricerche negli ultimi anni”. Per la parte di realizzazione tecnica e per il business plan, Dada è stata supportata da un team di consulenti ed esperti oltre che da Formaper.

Perché donare? “Il bello ha un forte legame con la filantropia. L’ho notato in diverse occasioni. Ho visto da vicino le eccellenze italiane e conosciuto personaggi noti al grande pubblico che portano in sé una grande sensibilità. E’ questo il risvolto che voglio far conoscere e trasmettere”, commenta.

Quale consiglio si sente di dare a giovani donne imprenditrici e startupper? “Vorrei dire loro che se nel corso della loro avventura avvertono momenti di difficoltà e solitudine, devono sempre cercare stimoli esterni e luoghi d’appoggio. E’ importante non isolarsi, non rimanere da soli con le proprie idee, ma condividerle e ascoltarle. La rete è un ottimo strumento di sostegno”.