martedì 22 aprile 2014

Quando il talento è nelle tue corde…vocali! La storia di Betta

Vi siete mai fermati a pensare all’importanza della nostra voce? Con la voce comunichiamo, esprimiamo sentimenti differenti, cantiamo. Betta ne è consapevole tanto che, della sua voce, ne ha fatto un lavoro.
Oggi infatti è un’affermata speaker pubblicitaria, attrice, doppiatrice (www.bettacucci.it).

La sua storia è davvero interessante e voglio raccontarvela come esempio di chi ha saputo sfruttare al meglio un talento naturale.

Betta ha avuto una formazione classico-umanistica. Si è diplomata al liceo classico, ha studiato scienze politiche e, contemporaneamente, ha conseguito il diploma presso il centro Teatro Attivo. Affascinata dal mondo dello spettacolo e dall’importanza di saper modulare la voce, durante gli studi universitari si iscrive anche alla scuola di doppiaggio e interpreta da subito ruoli noti come, ad esempio, Marika nel cartone animato Kiss me Licia.

Dopo la laurea Betta si ritrova a fare una scelta difficile: decide di lasciare il suo amato mondo del doppiaggio per lavorare in una multinazionale (siamo alla fine degli anni ’80), raggiungendo in breve tempo importanti risultati di carriera nel marketing come product manager.

Il suo hobby però continua. In quegli anni fonda con alcuni amici una compagnia teatrale (Punto e a capo) mettendo in scena per lo più commedie brillanti. Al teatro ci si dedica nel tempo libero, essendo assorbita molto dal suo lavoro che la impegna spesso anche in viaggi all’estero.

Nel frattempo Betta cambia multinazionale. Con il curriculum che ha alle spalle presto arriva a un passo dall’incarico di marketing manager. Ma è qui che la sua vita cambia radicalmente. Si perché, finalmente, lei e suo marito ricevono una chiamata tanto attesa e partono alla volta dell’India per adottare Sathyaraj, di 20 mesi. Dopo il periodo di congedo, Betta rientra in azienda sempre in ambito marketing. Ma dopo poco si accorge che non se la sente di fare la vita di prima, senza orari, e che preferisce seguire passo passo la crescita del suo piccolo. Nel frattempo avvia le pratiche per l’adozione della seconda figlia.

E così, nel 99, Betta decide di rinunciare alla carica di direttore marketing di una delle più importanti case produttrici di giocattoli e si dimette, pur continuando a collaborare con l’azienda per tre anni come consulente esterna.

Nel 2004 arriva Narin, una bimba cambogiana di 3 anni. A questo punto Betta crede sia il momento di voltare paginaSi ferma a riflettere sulle sue capacità e i suoi talenti, finché decide di riprendere il mestiere di speaker e di doppiatriceLa scelta è stata davvero vincente! Oggi Betta incide molti spot radiofonici, prestando la sua voce anche in diversi altri campi (all’interno dei supermercati ai centralini dei taxi)...

“Oggi sono una libera professionista, ho aperto la mia partita IVA. Collaboro con diversi studi a Milano, Reggio Emilia, Padova. Sul mio sito carico i lavori che faccio perché ci tengo che le persone possano valutare già dalle demo il timbro della mia voce. Le mie giornate sono tutte diverse tra loro. 
A parte qualche turno già fissato, ogni giorno è una sorpresa, la gestione lavorativa è piuttosto last minute. E’ un lavoro molto flessibile e molto diverso da quello di ufficio a cui ero abituata!”

“Sono molto contenta di aver fatto questo cambio radicale di vita. Ho trasformato un hobby in un lavoro, tra l’altro molto divertente, e lo rifarei mille volte. Certo, non avrò la certezza dello stipendio fisso ogni mese, ma sono molto appagata e soddisfatta. L’esperienza di lavoro precedente nel marketing è fondamentale perché mi aiuta a autopromuovermi e a capire esattamente cosa vuole il cliente con cui collaboro. Infine sono più serena nella gestione di vita familiare”.

Intanto per Betta la passione per il teatro continua e a ottobre prossimo andrà in scena con “L’importanza di chiamarsi Adolfo” al Teatro Blu.



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