giovedì 21 gennaio 2016

L’eredità femminile di Expo Milano 2015: Alto Piemonte al top

Marina è una persona molto energica, piena di iniziativa, determinata, convinta di essere nata per lavorare in proprio. Fin dai tempi della scuola la maestra la riprendeva perché non stava mai ferma… Ha giocato a basket per tanti anni, raggiungendo anche traguardi importanti a livello nazionale. Ama mangiare sano e cucinare le verdure del suo orto.

Marina Fogarty
Con il suo progetto, presentato in occasione di Expo, ‘Alto Piemonte al top’, si è classificata terza al WE-Women for Expo 2015. Conosciamola da vicino: Marina ha frequentato il liceo linguistico e scelto successivamente filosofia all'universitàNel 2008 ha conseguito la laurea specialistica. Dopo una pausa di 3 anni dagli studi, durante la quale ha lavorato nel settore vinicolo – nel 2012 ha intrapreso anche il dottorato in filosofia (concluso da poco, lo scorso dicembre). Tra il 2012 il 2013 ha ottenuto anche il diploma presso una delle accademie internazionali più importanti, il Wine and Spirit Education Trust di Londra. Marina non si ferma mai. La formazione per lei è sempre in divenire. Si è iscritta infatti al primo anno del corso di studi dell’accademia Masters of Wine di Londra. Le sue due passioni, la filosofia e il vino, sono un tutt’uno nel suo progetto professionale.

“Sono nata e cresciuta in una famiglia che si occupa di vino dal 1787. Nel 1937 mio nonno e il mio bisnonno hanno fondato l’azienda in cui mi sono formata professionalmente, l’Antonio Vallana e Figlio SAS, tra le imprese vinicole storiche che hanno portato il nome dell’Alto Piemonte nei mercati di tutto il mondo. Fin da piccola ho sentito un legame forte con il mio territorio, rendendomi conto delle potenzialità e delle sinergie ancora da realizzare per poterlo valorizzare ulteriormente. Il periodo culturalmente favorevole, le politiche di sostegno dell’Unione Europea nonché la fondamentale disponibilità di terreni per avviare le colture mi hanno spinta a partire con il progetto”, mi racconta.

Marina è cresciuta con questo desiderio. Ma è verso la fine del 2011 che si sente davvero pronta per tradurre un progetto in un’esperienza professionale vera e propria, con business plan, un budget, aprendo la partita IVA, eccetera. L’idea Alto Piemonte al top si struttura in due filoni principali: la produzione di uva secondo particolari criteri di sostenibilità e tracciabilità (con un’attenzione alla valorizzazione del paesaggio e del territorio) e l’avvio di uno spazio espositivo e di valorizzazione del territorio che, partendo dal vino, offra al pubblico la possibilità di fruire di tante altre produzioni, sia agricole che culturali. In questo senso Al-Top! cerca una collaborazione con diversi enti pubblici e privati del territorio, in modo da creare sinergie sempre più virtuose per la valorizzazione dell’Alto Piemonte.

Ho chiesto a Marina che tipo di aiuti ha ricevuto per mettere in piedi il suo progetto. L’aiuto più grande è stata la disponibilità di terra che la famiglia le ha potuto garantire. Ha investito risparmi personali e ha beneficiato di contributi dell’Unione Europea riservati ai giovani imprenditori agricoli.

“Oltre agli aiuti materiali, è sempre importante che un’imprenditrice sia circondata da persone che credono al progetto: non mancano momenti di scoraggiamento, difficoltà. Fare l’imprenditrice significa lavorare senza orari e senza staccare mai; in agricoltura nemmeno per molte delle feste comandate. Se la famiglia non capisce questa scelta di vita, diventa tutto più difficile. Io da questo punto di vista mi ritengo molto fortunata”, commenta. A 3 anni dall’apertura della partita IVA Marina sa di aver raggiunto molti gli obiettivi prefissati per il primo triennio e quest’anno ha visto anche la prima produzione vera e propria, andata benissimo. 

Chiedo a Marina se è contenta dei risultati raggiunti finora “Sono soddisfatta. Gli obiettivi economici e di sviluppo sono ancora molto lontani, ma per ora la mia scelta è quella di fare passi piccoli e sicuri. Questo significa mettere gli investimenti al primo posto e magari rinunciare alle soddisfazioni personali ancora per molti anni, ma non le considero vere rinunce: la cosa più bella sarà vedere l’attività crescere giorno per giorno, sperando di svilupparla il più possibile e di arrivare agli obiettivi a lungo termine”.

Che determinazione, che forza di volontà! Ha le idee molto chiare Marina.

In conclusione, Marina mi descrive cosa sia stata per lei l’esperienza di Expo: “Expo è stata innanzitutto una fonte d’ispirazione, ma anche un’iniezione di fiducia. Ispirazione, perché ho toccato con mano che i valori della mia start up sono temi di attualità, tanto da essere il fulcro di una manifestazione di tale portata. Fiducia, perché vincere il riconoscimento di Women For Expo è stata una grande rassicurazione: una commissione di esperti ha valutato il mio progetto al punto da considerarlo tra i vincitori. Non potevo chiedere una conferma più grande: una sorta di risposta ai momenti in cui un imprenditore si chiede «ma chi me l’ha fatto fare!». Al di là delle conferme personali, la vetrina di EXPO mi ha dato una maggior credibilità nei confronti di partner e istituzioni: da lì sono partite alcune collaborazioni che credo porteranno buoni frutti in futuro, e che in parte hanno già reso possibili alcune attività”.

Trovo che Marina sia un bellissimo esempio di intraprendenza al femminile. Coraggio, forza di volontà, spirito di sacrificio sono per lei gli ingredienti chiave per raggiungere grandi mete...
Sempre al top!

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